Piazza Cavour

Foto notturna di piazza Cavour

Da almeno 8 secoli cuore della città di Vercelli, piazza Cavour è da sempre la piazza più importante e bella nonchè luogo dove si svolgono tutti gli avvenimenti più importanti (come avvenne nel 1560 con l'Ostensione della Sindone).

Così Sergio Robutti nel suo libro per il centenario della Pro descrive la città di Vercelli sul finire dell'800: "Vercelli è una città povera, abitata da 25.000 anima, dedita all'agricoltura, in cui si fronteggiano due diverse classi sociali: quella dei benestatanti, piccoli industriali, proprietari terrieri, commercianti di un certo rilievo,  impiegati della pubblica amministrazione, in genere la borghesia; e quella dei braccianti agricoli, , degli operai, che vive in un chiaro sottosviluppo economico e culturale. Tuttavia la estrema vicinanza con una metropoli in fermento, qual'é all'epoca Torino, determina un rapido diffondersi non solo di nuovi aneliti culturali, ma anche dello sport". Così da una città non ricca come la Vercelli di fine XIX secolo, emerge il re degli sport "poveri": il podismo, che si unisce agli sport "signori" per eccellenza come scherma e ginnastica.

E' cosi spiegato almeno in parte il contesto in cui la Pro muove i suoi primi passi.

La connessione tra Bianche Casacche e piazza Cavour inizia nel lontano 1896 (cioè 4 anni dopo la nascita della società ginnastica vercellese). Qui la scherma da semplice "passatempo sportivo" diventa ben presto una faccenda più seria e del resto la bellezza di una sede d'impatto mette subito le cose in chiaro: la società aveva sede presso gli antichi magazzini Calcaterra della piazza ed era presieduta dall'avvocato Luigi Bozino, amante di questo sport, consigliere comunale della città e numero 1 della Pro Vercelli prima, e della F.I.G.C. poi.

Fin dalla nascita quindi la Pro Vercelli è stata legata a piazza Cavour in quanto cuore pulsante della propria città ed è per questo che dal primo scudetto conquistato il 3 maggio del 1908 abitanti e giocatori hanno sempre festeggiato qui ogni titolo sportivo ottenuto sul campo. Quella domenica è il gol realizzato da Annibale Visconti al 78' minuto a fare scoppiare la festa in piazza Cavour ancora prima che le bianche casacche rientrino in treno da Milano. Sulla festa di quella sera scrive Luca Rolandi nel suo libro "Quando vinceva il quadrilatero: "La squadra rientrò da Milano in treno accolta da una folla alla stazione. I calciatori alzarono un coro, era l'inno della Pro...autorità e cittadinanza, precedute dalla banda musicale accolsero gli eroi dell'Arena. Il patron Bozino insieme a Francesco Bertinetti, tenne un discorso alla Palestra Mazzini gremita di vercellesi festanti. Marcello Bertinetti e Carlo Rampini, inebriati dal successo, persero il treno rimanendo per ore alla stazione di Milano, saltando i festeggiamenti".

 

 

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