Gli stadi della Pro

 

"Non ci deve abbattere il pensiero che la grandezza è passeggera;

ma piuttosto, riflettendo che il passato è stato grande, dobbiamo

acquistar coraggio per produrre anche noi qualcosa di notevole,

che a sua volta, anche quando sarà caduto in rovina, ecciti i posteri

a una nobile attività, come non hanno mai mancato di fare i nostri predecessori".

Goethe

 

Dal Camp dla Fera a Piazza Camana

La tribuna centrale del campo di piazza Conte di Torino in un Pro - Genoa del 13 maggio 1923. Immagine di Wikipedia

Scrive Sergio Robutti nel suo libro dedicato ai 90 anni della Pro:"Il Vecchio campo (dla Fera) non aveva niente a che vedere con gli impianti che ammiriamo oggi... le cronache dell'epoca parlano di una tribunetta che era un amore, qualcosa tra il bungalow, le palafitte e l'entrata di certe mostre dei festival; i paletti della porta erano anemici e quello orizzontale disegnava una bella curva... nelle tribune c'erano delle sedie. Negli anni '10 il pubblico iniziava a farsi rumoroso, il tifo gia imperversava e non era infrequente leggere sui giornali sportivi dell'epoca commenti di questo tenore: ""Molte volte il nostro e altri giornali sportivi han dovuto commentare assai poco benignamente il contegno di una parte del pubblico che assiste alle gare foot - ballistiche. Certe urlate per partito preso, verso i giuocatori che appartengono a Società diverse dalla propria, certi giudizi sommari da parte di persone poco competenti, sono sicuro indizio di scarsa educazione sportiva. Ma nelle ultime gare, da parte di certo un pubblico,  sono partiti spesso incitamenti o biasimi ai giuocatori, su una forma così volgarmente triviale, così degna dei più volgari frequentatori notturni di certe vie di Milano o Genova, da far credere che manchi  completamente, oltre l'educazione sportiva, amche quella più elementare. Nell'interesse dei clubs occorre che essi stessi pongano riparo a questo, per non far sì che il pubblico, in ispecie quello femminile, non tralasci disgustato, di intervenire alle gare""."

 

La Pro Vercelli giocò la sua prima gara al Camp Dla Fera il 3 agosto del 1903 contro l'Audaces di Torino per celebrare il santo patrono di Vercelli ( Sant'Eusebio cade infatti il primo di agosto) e l'incontro attirò una piccola folla di esterrefatti curiosi. All'epoca la Camera del Lavoro e gli edifici che circondano comunque lo spiazzo (attuale piazza Mazzini)  non erano ancora edificati, non c'erano alberi ma solo un grande campo, lasciato completamente a disposizione dei piccoli vercellesi per giocare poichè solo nei giorni in cui a Vercelli si svolgeva la fiera (sia in autunno che in primavera) su tale spiazzo veniva convogliato il bestiame, ma per gran parte dell'anno l'area era libera ed era considerata un vero e proprio parco giochi per centinaia di bambini e ragazzi.

Così Sergio Robutti ricorda questo primo campo della Pro attraverso le parole di Carlo Rampini, all'epoca dei fatti poco più che un bambino giunto in città nel 1902 per vivere presso i nonni (corso Palestro) e poter cosi frequentare le scuole tecniche e diventare geometra. "Nel 1903 un avvenimento eccezionale mise in subbuglio il clan dei ragazzi del campo della fiera: un gruppetto di studenti, con a capo il liceando Marcello Bertinetti, fece la sua entrata nel nostro regno con un autentico pallone per il gioco del calcio. Ammutolimmo tutti, facendo corona intorno a quel giovanottone in calzoncini corti, che stringeva tra le mani il pallone ed intanto ordinava ad uno di togliersi la giacchetta ed il cappello per segnare la porta, all'altro di fare il portiere, ad altri due di fare i terzini, ed agli altri quattro o cinque di fare gli attaccanti. Lui troneggiava in campo e comandava il gioco".

 

Targa di piazza Mazzini, sede del primo "campo" della Pro

 

Successivamente il club decise di spostarsi  al Campo di Marte dove rimase fino alla fine della stagione 1906/07 quando decise, a seguito della promozione in Prima Categoria (corrispondente alla attuale serie A),  di realizzare un proprio terreno di gioco ottenendo il placet dal Comune per utilizzare lo spazio disponibile in piazza Conte di Torino (attuale piazza Camana). L'inaugurazione del nuovo campo ci fu il primo gennaio del 1908 in occasione di una partita contro la U.S. Milanese; il campo era dotato di una barriera in legno che correva lungo il rettangolo verde permettendo al pubblico di appoggiarsi alla balaustra senza superarla, e di una tribuna coperta da 2.000 spettatori.  Col passare delle stagioni il campo di piazza Conte di Torino divenne sempre più insufficiente a livello infrastrutturale perchè incapace di accogliere degnamente i giocatori delle squadre avversarie così come il pubblico vercellese che, anno dopo anno, diventava sempre più numeroso.

 

Lo Stadio Silvio Piola

La Pro Vercelli decise quindi che era giunto nuovamente il momento di traslocare, questa volta non di molto dal momento che il nuovo impianto sarebbe stato costruito esattamente a fianco di quello precedente. I lavori furono affidati alle ditte Almasio di Trecate e Bagno di Vercelli ed inziarono il  primo luglio del 1930 per terminare nel 1932.

 Fu dunque a partire dall'anno 1932 che le bianche casacche si trasferirono nell'impianto che  ancora oggi è in uso e fu in questo impianto ove i vercellesi poterono ammirare per 5 anni le gesta dell'attaccante italiano più prolifico di tutti i tempi. All'inizio la struttura poteva contenere ben 12.000 spettatori ed era stata contemplata per ospitare anche altre attività sportive come ad esempio la scherma che veniva praticata nella palestra presente all'interno della tribuna centrale o l'atletica praticata sulla pista presente intorno al rettangolo di gioco e successivamente rimossa.

Inaugurato col nome di Leonida Robbiano per onorare il grande aviatore e pioniere della aeronautica italiana, lo stadio cambiò nome con una delibera comunale nel 1998 per dedicare lo stadio alla memoria di Silvio Piola, il più grande giocatore ad aver indossato la casacca bianca e capace di collezionare 127 presenze e 51 reti nella Pro.

 

L'impianto ha subìto varie modifiche e interventi di ristrutturazione nel corso della sua esistenza

dopo che per decenni la struttura ha subito un degrado complessivo che ha portato la diminuzione della capienza a meno di 3.000 spettatori , a partire dal 2007 sono stati eseguiti alcuni lavori di manutenzione:  nel 2007 il muro d'ingresso della gradinata nord fu abbattuto da un violento temporale e venne ricostruito in cemento armato, nel 2008 il parterre della tribuna venne ricostruito e alzato e infine, tra il 2009 e il 2010, si provvide a sradicare le piante presenti sul perimetro del settore ospiti. Nel 2011, alla vigilia della stagione che avrebbe riportato i bianchi in serie B dopo più di 60 anni di assenza, venne rinnovata in maniera incisiva la gradinata nord, furono rinnovati i locali tecnici, vennero sostituiti i seggiolini in tribuna, fu ricostruita la curva ovest e da ultimo venne posato sul terreno di gioco un nuovo manto in erba naturale con superficie sintetica.

Nel 2012, a seguito della promozione in serie B, gli spalti della curva ovest vennero ampliati e collocati più vicini al terreno di gioco, tutti i posti dello stadio vennero attrezzati con seggiolini e infine vennero finalmente adeguate alle esigenze moderne la biglietteria, la tribuna stampa, gli spogliatoi, l'illuminazione e gli ingressi (dotati di tornelli elettronici per ottemperare alle disposizioni di legge).

Da ultimo fu rimossa la recinzione che fino a quel momento aveva protetto il campo (eccezion fatta per il settore ospiti) e sostituita da parapetti ad altezza regolabile. Attualmente la capienza dello stadio Silvio Piola è di 5.500 posti a sedere.

 

Malgrado tutte le recenti e inevitabili modifiche strutturali, lo stadio ex Robbiano conserva ancora

molte delle sue caratteristiche architettoniche originarie. Questo si evince immediatamente dando uno sguardo alla tribuna centrale, bellissima con le sue linee semplici e squadrate (molto utilizzate in epoca fascista): si possono ancora ammirare i corrimano in ferro battuto e la struttura portante della tettoia che, uniti ad altri elementi, fanno si che lo stadio vercellese sia vincolato ai fini della tutela delle belle arti.

Da ultimo meritano speciale menzione i sette scudetti che decorano la copertura della tribuna, la cui parte centrale corrisponde ad una tribuna stampa coperta e al chiuso, settore vip e palco d'onore collocato alla base della struttura con la forma di un podio semicircolare. A completare la tribuna, tre file di gradinate situate ancora più in basso, a ridosso del campo.

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