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Il senso del gol

Secondo alcuni è stato il più grande bomber italiano della storia; per altri è stato solo uno dei tanti grandi attaccanti che hanno arricchito il calcio dello stivale.  Resta però il fatto che in cima alla classifca dei marcatori italiani di serie A svetta ancora oggi il piemontese Silvio Piola in virtù di 274 reti segnate in 537 partite nella massima serie con una media dello 0,51 gol a gara. Nato il 29 settembre 1913 a Robbio Lomellina esordisce in serie A nel 1930 con indosso la casacca bianca della Pro e appende le scarpe da calcio al chiodo nel 1954, quando ancora milita nella massima divisione nelle file del Novara. In mezzo tantissime reti anche nella Lazio, dove gioca per ben 9 stagioni, senza dimenticare il suo passaggio in maglia granata (1943-44) in occasione del campionato di guerra nonchè due stagioni nella Juventus (1945-47). Il libro di Lorenzo Proverbio ripercorre le gesta del campione piemontese, capace di passare attraverso rivoluzioni techniche e tattiche senza mai perdere il suo proverbiale fiuto del gol e capace di instaurare un rapporto del tutto speciale con la maglia azzurra della selezione italiana con la quale si laurea campione del mondo al mondiale francese del 1938.

. Schivo e riservato, innamorato del pallone fino alla fine, rappresenta da sempre un mito sportivo fondato sulla volontà e sulla correttezza. Il volume ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera, da bomber a istruttore federale, rispettando il naturale parallelismo tra sport e società, in epoche che ripropongono domande e certezze ancora attualissime.

 

" La struttura fisica di Piola, longilinea-atletica, era una componente fondamentale della sua eccezionalità poichè la compresenza di entrambi gli aspetti gli permetteva variegate soluzioni di gioco; la prestanza atletica gli consentiva una grande adattabilità alle situazioni, quella longilinea il dribbling in verticale: gesto atletico di difficile esecuzione".

 

Sergio Vatta

 

"Piola si fa notare per la sua abilità a trovarsi, al momento buono, nella zona d'azione [...]. Non ha niente del giocatore passivo o neutro: egli non si contenta di smarcarsi; marca lui stesso, in ogni occasione; affronta i terzini; li obbliga a intervenire subito e a liberare in fretta, ed è sempre pronto a sfruttarne gli errori [...]. Quando Piola, tanto nel giuoco a terra come in quello alto, si trova alla stessa distanza dal pallone che l'avversario, state sicuri che, nove volte su dieci, sarà lui che ci arriverà per primo. Piola affetta una noncuranza e un ritardo che la sua statura e la sua taglia giustificherebbero [...]. Ha l'istantaneità del movimento e lo scatto del corpo, della testa, delle gambe comprensibili in un atleta di piccola taglia ma sorprendenti in un atleta di quel peso. Non conosco nel passato che un solo caso analogo a quello di Piola: quello del belga Six, dell'Olympique Lillois, che morì in guerra".

 

Gabriel Hanot

 

"Disponevo di un buon trattamento di palla e un discreto passaggio, non avevo paura, dote importante per quei tempi, ed in più avevo fiuto e furbizia, due "ferri del mestiere" indispensabili per un centravanti. Aggiungo che sono stato fortunato perché in tanti anni di attività ho patito due soli incidenti: una clavicola fratturata e un colpo al ginocchio. Considerato che molti difensori si basavano su forza fisica e rudezze non è niente male".

 

Silvio Piola

 

 

Lorenzo Proverbio, Silvio Piola il senso del gol, ed. Mercurio 205 pag., 2006.

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